L'isola di Arturo
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Notte
Un'ombra della dolce ilarità di pocanzi giocava ancora sulla bocca di mio padre;e io credevo di sentire il suo respiro,continuo e rassicurante come quello del mare.il presente mi pareva un 'epoca perenne,come una festa di fate.
La cena era terminata ormai da un pezzo,sebbene noi ci attardassimo a tavola.
Mio padre aveva ancora del vino nel bicchiere,e seguitò ancora un poco a scherzare con noi,ma presto se ne stancò.
Ogni tanto si stirava le braccia,o traeva dei grandi sospiri,che in lui non erano segni di tristezza,ma, al contrario,di un piacere d'esistere profondo quassi amaro.
A un certo punto, fece l'atto di allungare un braccio verso la sposa,per attirarla a sé.
Ella si levò in fretta si scostò indietro,dicendo che doveva sparecchiare;e vidi riapparire nei suoi tratti quella paura,che sembrava per un poco essersi staccata da lei.
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Commenti
Grazie!!!
Lun, 13/06/2016 - 09:52Ciao Natalina, sei nella finale settimanale di giugno. :-)
Lun, 13/06/2016 - 09:44Elsa Morante nata il 18.8.1912-Roma -25.11.1985
Mer, 08/06/2016 - 14:33