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Raymond Carver L'incisore della vita

Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo all'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del nostro corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e "creature di sangue caldo e nervi", come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita.
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Why write? Collected nonfiction 1960-2013

Can you talk about your marriage?
It took place so long ago that I no longer trust my memory of it. The problem is complicated further by My Life as a Man, which diverges so dramatically in so many places from its origin in my own nasty situation that Im hard put, some twenty-five years later, to sort out the invention of 1975 from the facts of 1959. You might as well ask the author of The Naked and the Dead what happened to him in the Philippines. I can only tell you that that was my time as an infantryman, and that My Life as a Man is the war novel I wrote some years after failing to receive the Distinguished Service Cross.
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Con molta cura

Che questo giorno possa avere memoria della notte.
Chi soffre possa avere sollievo.
Chi è malato, sentirsi accolto, e amato.
Chi è costretto e impedito e imprigionato, possa avere memoria della libertà e la forza per lottare, qualunque sia la sua condizione.
Che ognuno trovi la forza per resistere al male e scopra di nuovo di avere fratelli e sorelle negli altri uomini e donne che riescono a resistere al male.
Che ognuno, ognuna nella nostra miseria e nello sconforto possa trovare nuova energia nella bellezza, che è la vera fonte della forza.
Anche per chi invece nemmeno è in condizione di vederla, la bellezza.
Questa è oggi la mia preghiera in questo giorno.
Che questo giorno possa avere memoria della notte.
Che ogni giorno possa avere memoria della notte.
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Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social

Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social
Tradotto da Francesca Mastruzzo
Il Saggiatore 2018
Il nostro cervello ha sicuramente dei processi adottivi; e può essere portato a cercare delle sorprese, perché alla natura non piace la routine. Così scopriamo che quando un algoritmo procura delle esperienze a una persona, la casualità che lubrifica l'adattamento algoritmico può anche procurare dipendenza negli uomini. L'algoritmo sta cercando di individuare i parametri perfetti per manipolare il cervello, mentre quest'ultimo, dovendo cercare un significato più profondo, cambia in risposta agli esperimenti dell'algoritmo; è il gioco del gatto e del topo, ma beato su pura matematica.
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Tu l'hai detto

Per tutta la vita era dipesa dalla benevolenza altrui, dalla tendenza al sacrificio di una madre soffocante, da premi e borse di studio, dal supporto mentale e finanziario di un certo numero di benefattrici, una delle quali si era arricchita scrivendo un mediocre melodramma poi trasposto in pellicola, e un'altra si era creata una certa fama a livello locale come docente femminista che da sempre alloggiava nel campus dello Smith con un'amica e un cane. Tutte donne che in lei vedevano una loro appendice, la proiezione ideale dei loro sogni falliti, o di se stesse più giovani in un'epoca diversa, una in cui una donna scrittrice non veniva più guardata con diffidenza e disprezzo.
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Commenti
Ciao Claudia, sei nella finale di settembre, 10righe scelte dalla redazione.
Lun, 24/09/2018 - 12:53- accedi o registrati per inviare commenti
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Conversazioni

Curiosando tra gli appunti di un poeta troviamo molte crocette e segni, molti ripensamenti: che cosa è successo? Semplicemente il poeta ha corretto i propri impulsi iniziali. Nel processo compositivo egli arriva a fondere il razionale con l'intuitivo, affermazione e negazione, Il poeta, in altre parole, è l'animale più sano: combina analisi e intuizione- analisi e sintesi - per giungere al risultato, alla rivelazione. Per questo la poesia è il più efficace acceleratore mentale. Leggerla e scriverla offrono lo strumento di conoscenza più rapido, il più economico che io conosca.
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Il mestiere di vivere

18 dicembre
Ma allora, se il punto delle mie poesie sta nella sentenza, variamente espressa o dissimulata, molte cose che teoricamente ricercavo, le avevo già ottenute. Il che, tra l'altro, dev'essere inequivocabilmente vero, se è vero che ho già composto qualche poesia che tocca il definitivo. Per esempio, ecco ottenuto il giudizio morale sulle cose di questo mondo, ecco la serietà di ragioni, ecco la rivincita sulla sensualità mera. Ecco l'universalità del mondo interiore espresso, che io temevo fosse un puro gioco letterario. Ecco tutto, insomma. Oggi è veramente la giornata bianca.
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Inventario Poesie 1948-2000

QUESTA E' LA MIA CASA
Non c'è dubbio. Questa è la mia casa
qui avvengo, qui
mi inganno immensamente.
Arriva l'autunno e mi difende,
la primavera e mi condanna.
Ho milioni di ospiti
che ridono e che mangiano,
s'accoppiano e dormono,
giocano e pensano,
milioni di ospiti che si annoiano,
che hanno incubi e attacchi di nervi.
Non c'è dubbio. Questa è la mia casa.
Tutti i cani e i campanili
ci passano davanti.
Ma la mica casa è sferzata dai fulmini
e un giorno si spaccherà in due.
E io non saprò dove ripararmi,
perché tutte le sue porte danno fuori dal mondo.
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L'arte di ignorare il giudizio degli altri

L'arte di ignorare il giudizio degli altri
Tradotto da Bettino Betti
Biblioteca universale Rizzoli BUR 2014
Di fatto, il valore che attribuiamo all'opinione altrui e la costante preoccupazione riguardo a essa superano, generalmente, quasi tutte le motivazioni veramente ragionevoli, sicché quel pensiero si può considerare una specie di fissazione universalmente diffusa o, piuttosto, congenita. In tutto ciò che facciamo l'opinione altrui viene presa in considerazione prima, quasi,di ogni altra cosa; e, se ci riflettiamo attentamente, vedremo che quasi la metà di tutte le ansie e di tutti i timori che ci hanno turbati in tutto il nostro passato nascevano da quella preoccupazione: essa è alla base del nostro orgoglio, così spesso offeso perché così morbosamente suscettibile, della nostra vanità e delle nostre ambizioni, dell'ostentazione del lusso e dell'esibizionismo.
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Canti Orfici

La petite promenade du poète
Me ne vado per le strade
Strette oscure e misteriose:
Vedo dietro le vetrate
Affacciarsi Gemme e Rose.
Dalle scale misteriose
C'è chi scende brancolando:
Dietro i vetri rilucenti
Stan le ciane comentando.
…
La stradina è solitaria:
Non cè un cane: qualche stella
Nella notte sopra i tetti:
E la notte mi par bella.
E cammino poveretto
Nella notte fantasiosa,
Pur mi sento nella bocca
La saliva disgustosa. Via dal tanfo
Via dal tanfo e per le strade
E cammina e via cammina,
Già le case son più rade.
Trovo l'erba: mi ci stendo
A conciarmi come un cane:
Da lontano un ubriaco
Canta amore alle persiane.
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Aceto, Arcobaleno

Mi invitasti a fare un poco di cammino. Volevi parlare andando, senza dovermi trattenere fermo in ascolto. Sciolsi lo storto attenti, strinsi le mani dietro la schiena. Prendemmo il sentiero degli alveari che d’estate impastano l’aria con un canto di fondo, basso sonoro di fabbrica che cava una goccia di miele da un giorno di fiori. E’ il canto di una volontà inesorabile di eseguire. Tutto il creato esegue senza posa per una spinta che mi commuove e mi sfugge.
Nelle opere quotidiane anch’io provo a imitarlo, confidando che tutto questo agire sia inutile, gratuito, pura restituzione di energia elargita Così il creato spende senza sosta, forse questo è preghiera, le sue risorse nei minuziosi riti dell’incarico svolto, ricavandone gioie che non conosco.
Il rumore dei nostri passi sulla ghiaia produceva strepito nel silenzio dell'autunno immo
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La campana di vetro

La campana di vetro
Tradotto da adriana bottini e anna ravano
mondadori oscar moderni 2016
"Coraggio un bel sorriso".
Ero seduta sul divanetto di velluto rosa nell'ufficio di Jay Cee, con in mano una rosa di carta, di fronte al fotografo della rivista. Ero l'ultima di noi dodici a essere fotografata. Avevo tentato di nascondermi nella toilette, ma non aveva funzionato. Betsy aveva notato i miei piedi sotto la porta.Non volevo farmi fotografare, perchè mi veniva da piangere, non sapevo perchè mi venisse da piangere, ma sapevo che se qualcuno mi avesse rivolto la parola o mi avesse guardato in faccia, le lacrime sarebbero sgorgate dagli occhi e i singhiozzi sarebbero esplosi dalla gola e io sarei andata avanti a piangere per una settimana. Me le sentivo, le lacrime, sciaguattare dentro, pronte a traboccare come acqua in un bicchiere traboccante e troppo pieno.
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Tutte le poesie

Le intermittenze del cuore, a freddo,
di mattina, appena alzati a velare
già di malinconia il nostro finito
esistere, la fata Morgana
sono di un pallido accostarsi
al tuo inquieto lasciarti andare
alla serie impropria e multipla
degli addii in una terra abitata
da bambini per sempre. Ed io
che guardo attraverso la tua Luce
il mio ricordo posso anche alzarmi
di scatto, andare alla finestra
e piangere: Qualcuno, più
antico di me e di te, potrà dire
soltanto la forza dell'arte;
noi abituati ad un'epoca ormai
cinicamente votata alla morte
restiamo perplessi nell'immagine
sacra di un tempo che ci è stato
tolto, il tempo che "fu"!
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Fama tardiva

Artisti, artisti - bastava il suono della parola! D'un tratto affiorarono in lui le immagini confuse di giorni lontani e di persone dimenticate. Gli vennero in mente nomi e destini, e alla fine vide se stesso da giovane, come di solito ci si vede in sogno. Si vide sorridente, ciarliero, come uno degli elementi migliori e più fieri di un circolo di giovani individui che si tenevano discosti dalle grandi strade maestre e non volevano essere nient'altro che artisti.
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Storia del camminare

Storia del camminare
Tradotto da Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini
Ponte alle Grazie 2018
Camminare è una delle costellazioni del cielo stellato della cultura umana, una costellazione formata da tre stelle: il corpo, la fantasia e il mondo aperto, e sebbene ciascuna di esse abbia un’esistenza indipendente, sono le linee tracciate tra di esse – tracciate dall’atto del camminare con scopi culturali – a farne una costellazione. Le costellazioni non sono fenomeni naturali, ma imposizioni culturali; le linee tracciate tra le stelle sono come sentieri consumati dall’immaginazione di coloro che li hanno calcati in precedenza. La costellazione chiamata ‘camminare’ ha una storia, la storia percorsa da tutti quei poeti e quei filosofi e quei rivoluzionari, da pedoni distratti, da passeggiatrici, da pellegrini, turisti, escursionisti, alpinisti, ma il suo futuro dipende dal fatto che quei sentieri di collegamento vengano percorsi ancora.
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Questa libertà

Quando si legge, un mondo viene trapiantato in noi e noi veniamo trapiantati nel mondo: è l'incantesimo di una scrittura riuscita, senza il quale, a rigore, un libro non è un libro.
Eppure, dietro il fallimento, dietro questi non libri, rimane la potenza del gesto di chi li ha scritti, uomini e donne che come me, magari avranno impiebato anni per mettere insieme cinquanta poesie, che avranno mobilitato l'intero ventaglio delle proprie risorse - non importa quanto inadeguate- nel tentativo di consegnare al mondo l'incantesmo della scrittura riuscita. E anche se l'incantesimo non è riuscito e resta soltanto la caduta, è contemplata e include me.
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Ieri

Nella mia testa un sentiero di sassi porta all'uccello morto.
Seppelliscimi, mi chiede, e negli angoli delle sue membra spezzate i rimproveri si muovono come vermi.
Avrei bisogno di terra.
Terra nera e pesante.
Una pala.
Non ho che gli occhi.
Due occhi velati e tristi che si inzuppano come un'acqua glauca.
Li ho avuti al mercato delle pulci in cambio di qualche moneta straniera, senza valore. Non mi hanno offerto nient'altro.
Io li curo, li strofino, li asciugo con il fazzoletto, sulle ginocchia. Prudentemente, per non perderli.
A volte strappo una penna dal piumaggio dell'uccello e disegno venuzze color porpora su questi occhi che sono il mio solo bene. Mi accade anche di annerirli completamente. Allora il cielo si copre e comincia a cadere la pioggia.
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Commenti
Ciao Francesca, sei la finalista del mese di ottobre, 10 righe scelte dalla redazione, per te un libro incentivo. Manda i tuoi dati a :
libroincentivo@10righedailibri.it
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Ciao, non conoscevo questo libro di Kristof Agota, ho letto solo "trilogia della città di k"....sicuramente da leggere anche questo...
Lun, 16/10/2017 - 14:55- accedi o registrati per inviare commenti
Ciao Francesca sei nella finale di Ottobre, 10 righe scelte dalla redazione.
Lun, 09/10/2017 - 19:11- accedi o registrati per inviare commenti
Io non ho paura

"Attento, Michele, non devi uscire di notte", mi diceva sempre mamma. "Con il buio esce l'uomo nero e prende i bambini e li vende agli zingari".
Papà era l'uomo nero.
Di giorno era buono, ma di notte era cattivo.
Tutti gli altri erano zingari. Zingari travestiti da persone. E quel vecchio era il re degli zingari e papà il suo servo. Mamma no, però.
Mi immaginavo che gli zingari erano una specie di nanetti velocissimi, con le orecchie di volpe e le zampe di gallina. E invece erano persone normali.
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La vera storia del pirata Long John Silver

Non volevo deluderlo, perciò diedi un'occhiata più intensa ai tre. e quando furono abbastanza vicini, non tardai a riconoscerli. Erano proprio tre uomini di Taylor, tre semplici marinai che non si erano mai fatti notare né avevano mai fatto niente di eccezionale. Come molti altri si erano uniti a noi quando avevano catturato la loro nave. Odiavano il loro capitano, mangiavano poco e male, dovevano lavorare come muli per la mancanza di equipaggio, non avevano nulla in cui sperare, né per il presente né per l'avvenire. Niente di straordinario, dunque, a quanto ne sapevo. Avevano solo cercato di addolcire un po' la loro misera esistenza. E per questo sarebbero stati impiccati.
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Prendiluna

Da un albero, con un balzo, saltò giù Ariel, il gatto bianco figlio di Iside, capostipite dei Diecimici. Risplendeva ed era trasparente come una medusa.
– Otto giorni, – disse – hai otto giorni di tempo da domattina per salvare il mondo.
– Non capisco – disse la vecchia. – Ariel, tu sei morto da molti anni.
Gli occhi del gatto brillarono come fiammelle.
– Cosa sapete voi umani della morte? Ascoltami. Hai otto giorni, come negli antichi calendari. Devi consegnare i Diecimici, ognuno a una persona degna e buona. Poi porterai la lista al Diobono, ti dirò io dove. Se troverai queste dieci persone, il mondo sarà salvo. Se no sarà la fine di tutto, e il mondo verrà annientato, e stavolta non ci sarà nuovo carbonio o Dna che tenga, finito, consummatum est, finished, vorbei, hatanka, piùmiau...
– Ariel... non hai mai parlato così... e poi come posso io, una povera vecchia in pensione...
– Solo tu puoi salvare il mondo. Cerca dieci Folli, dieci Giusti.
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Raymond Carver L'incisore della vita
Raymond Carver L'incisore della vita
Raymond Carver (1938-1988) |
Why write? Collected nonfiction 1960-2013
Why write? Collected nonfiction 1960-2013
Philip Milton Roth (1933-2018) |
Con molta cura
Con molta cura
Severino Cesari (1951-2017) ha diretto per vent'anni Einaudi Stile Libero con Paolo Repetti. |
Tu l'hai detto
Tu l'hai detto
Grazie staff! |
Tu l'hai detto
Traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo, anno di edizione 2018 |
Conversazioni
Conversazioni
Grazie Emma, questo libro lo consiglio vivamente! |
Una porta di libri
Una porta di libri
Tra loro di Richard Ford Feltrinelli editore |
Chiedo scusa
Chiedo scusa
Che bello! Grazie mille, staff! |
Gioco - Chi eravate nella vita passata?
Gioco - Chi eravate nella vita passata?
Mendicante…andiamo bene! |
Passi sardi
Passi sardi
Partecipo con Francesco Abate e Saverio Mastrofranco, "Chiedo scusa" http://scrivi.10righedailibri.it/chiedo-scusa-0 |
Commenti
Raymond Carver (1938-1988)
Mar, 02/10/2018 - 22:54