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Non ti muovere

Si è presa il viso nelle mani: "Se mi vuoi un po' di bene, lasciami".
La stringo forte, i suoi gomiti si piazzano nella mia pelle.
"Io non ti lascerò mai".
E sono così certo di quello che dico che il mio corpo s'indurisce, ogni mia fibra s'indurisce mentre l'abbraccio, come se una corazza di forza si fosse stretta intorno a me. E restiamo così, ognuno con il mento nella spalla dell'altro, a guardare ognuno nel proprio vuoto.
Cosa vuol dire amare, figlia mia? Tu lo sai? Amare per me fu tenere il respiro di Italia nelle braccia e accorgermi che ogni altro rumore si era spento. Sono un medico, so riconoscere le pulsazioni del mio cuore, sempre, anche quando non voglio. Te lo giuro, Angela, era di Italia il cuore che batteva dentro di me.
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Un uso qualunque di te

Sì, Carlo mi amava nonostante sua madre dicesse che ero “completamente pazza” e gli ripetesse “Quella donna ti rovinerà la vita”. Era lui a scapicollarsi a prendere Luce tutte le volte che io la dimenticavo, a inventare scuse plausibili per farmi apparire migliore di quella che ero. Carlo mi amava come si amano le persone malate, senza chiedere né pretendere, ma soprattutto senza mai realizzare fino in fondo che io malata non ero. Ascoltava i miei silenzi senza chiedermi mai a cosa stessi pensando. Carlo ed i suoi post-it sul frigorifero: "Ti amo piccola mia". Perché lui piccola mi vedeva davvero.
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Un uso qualunque di te

Il dolore si manifesta in diverse forme. Se è fisico può risultare pungente, bruciante, localizzato o acuto. Può essere una fitta leggera, uno spasmo incontrollato, uno strazio infinito o un tormento. A volte si può placare facilmente con antinfiammatori o analgesici. Se è morale allora la chiamiamo sofferenza. Con una parte conviviamo tutti i giorni: serve per crescere e affrontare l’adattamento alla vita. Un altro tipo di sofferenza invece sembra non si possa evitare. Si soffre quando capita qualcosa di brutto, come un lutto in famiglia, una malattia o la separazione dei genitori. Una sofferenza però non la possiamo ignorare. È espressione di un’afflizione interiore ancora più profonda. Cancella tutto, fa scomparire quello che hai intorno, anche ciò che ti appartiene di più. Da un dolore si guarisce in fretta. E da una sofferenza?
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Una stanza tutta per sé

È inutile dire che gli esseri umani dovrebbero appagarsi della tranquillità; hanno bisogno di azione; e se non la trovano, la creano. Milioni di persone sono condannate a un destino ancora più immobile del mio, e milioni si ribellano silenziosamente contro la loro sorte. Nessuno sa quante ribellioni fermentano nelle masse che popolano ls terra. Di solito si crede che le donne siano calme: ma le donne sentono proprio come degli uomini; hanno bisogno quanto i loro fratelli di esercitare le loro facoltà e di avere un campo per i loro sforzi; soffrono di una costrizione troppo rigida, di una stagnazione troppo assoluta, esattamente come soffrirebbero gli uomini; ed è meschino da parte dei loro simili più privilegiati dire che esse dovrebbero limitarsi a far budini e sferruzzare, a suonare il piano e ricamare borsette. È sconsiderato condannarle o deriderle, quando cercano di fare o imparare più di quanto il costume ha decretato necessario per il loro sesso.
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Il Profeta

Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.
E lui rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza la maschera.
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso fu spesso pieno delle vostre lacrime.
E come potrebbe essere diversamente?
Quanto più penetra e scava il dolore dentro di voi, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è la stessa coppa che fu bruciata nel forno del vasaio?
E non è il liuto che accarezza il vostro animo il legno stesso scavato dai vostri coltelli?
Quando siete gioiosi, guardate a fondo nel vostro cuore e vedrete che solo quello che vi ha dato dolore vi dà ora gioia:
Quando siete dolentii, guardate ancora nel vostro cuore e vedrete che state in realtà piangendo per quello che vi ha dato diletto.
Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che essi sono inseparabili.
Essi giungono insieme, e quando l'uno siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro dorme nel vostro letto.
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NORWEGIAN WOOD TOKYO BLUES

"Per quanto uno possa raggiungere la verità, niente può lenire la sofferenza di perdere una persona amata. Non c'è verità, sincerità, forza, dolcezza che ci possa guarire da una sofferenza del genere. L'unica cosa che possiamo fare è superare la sofferenza attraverso la sofferenza, possibilmente cercando di trarne qualche insegnamento, pur sapendo che questo insegnamento non ci sarà di nessun aiuto la prossima volta che la sofferenza ci colpirà all'improvviso"
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Norwegian Wood. Tokyo Blues

..."Per farla breve, io sento di non essermi comportata in modo giusto nei tuoi confronti, di averti trascinato nei miei problemi e forse anche averti fatto del male. Trascinando però allo stesso tempo giù anche me stessa, e facendomi del male da sola. E questo non lo aggiungo per difendermi o per giustificarmi, è la pura verità. Per ogni ferita che io possa averti causato, ne ho causata una uguale a me stessa. Perciò, ti prego, non odiarmi. Io sono una persona imperfetta. Molto più di quanto tu non immagini. E proprio per questo non devi odiarmi. Sapere che tu mi odi mi distruggerebbe. Non sono capace di rinchiudermi dentro un guscio come fai tu e aspettare che passi. Non so se tu faccia davvero in questo modo, ma è così che io ti vedo. A volte ti invidio per questa capacità, e può darsi che ciò mi abbia portato a coinvolgerti nei miei problemi più del necessario"
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1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-Settembre

-Mi sono stancato di vivere odiando qualcuno, disprezzandolo, portandogli rancore. Mi sono stancato di vivere senza amare nessuno. Non ho un amico, nemmeno uno. E soprattutto non posso amare me stesso. Sai perchè? Perchè sono incapace di amare gli altri. Ed è soltando amando gli altri, ed essendo amati, che si impara ad amare se stessi. Capisci quello che voglio dire? Se non si è capaci di provare amore per gli altri, non è possibile provarlo verso se stessi.
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Io son convinto che è esattamente il contrario. Murakami, però, scrive da Dio ... :-) segnalibro!
Ven, 14/06/2013 - 11:07- accedi o registrati per inviare commenti
1Q84. Libro 1 e 2. Aprile-Settembre

Aomame disse:
-Comunque, che si tratti di menu, di uomini, o di qualsiasi altra cosa, pensiamo sempre di essere noi a scegliere. Ma forse in realtà non scegliamo proprio niente. probabilmente tutto è stato già deciso dall'inizio e noi facciamo solo finta di scegliere. Il libero arbitrio non è altro che un'illusione. A volte è questo che penso.
-Se fosse così, la vita sarebbe abbastanza cupa.
-Temo di sì.
-Ma se si ama qualcuno dal più profondo del cuore, sia pure una persona orribile, o qualcuno che non ricambia per niente il nostro amore, almeno la vita, per quanto cupa, non sarà solo un inferno.
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Angela ieri ti abbiamo mandato una mail. Puoi verificare?
Mar, 11/06/2013 - 19:22- accedi o registrati per inviare commenti
I dolori del giovane Werther

Invano io tendo verso di lei le mie braccia, la mattina, quando mi sveglio dai sonni pesanti; inutilmente la cerco, di notte, nel mio letto, quando un beato sogno innocente mi ha dato l'illusione d'esserle seduto accanto nel prato e di tenere la sua mano, coprendola di mille baci. Oh, quando ancora tra le nebbie del sonno brancolo verso di lei e, nel far questo, mi sveglio, un fiume di lagrime sgorga dal mio cuore angosciato e, sconsolato, piango nell'attesa di un oscuro avvenire.
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L'ultima riga delle favole

Sono grato alla mia timidezza che talvolta riesce a preservarmi dall'arroganza.
Sono grato alla mia fantasia e ai libri che mi forniscono gli strumenti per allenarla.
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Viaggio al termine della notte

Entravo in un cinema per passare il tempo.
All'uscita del cinema salivo su un tram, qui e là, e facevo escursioni nella notte.
Dopo le due passate salivano i viaggiatori timidi, d'una specie che non s'incontra quasi prima di quell'ora, sempre così pallidi e sonnolenti, come docili fagotti fino ai sobborghi.
Con loro si andava lontano.
Ancora più lontano delle fabbriche, verso lotti imprecisi, stradine dalle case indistinte.
Sul selciato viscido delle pioggerelle dell'aurora il giorno veniva a brillare in azzurro.
I miei compagni del tram sparivano insieme alle loro ombre.
Chiudevano gli occhi sul giorno.
Farli parlare quegli scontrosi, che fatica.
Troppa fatica.
Non si lamentavano, no, erano quelli che pulivano durante la notte i negozi e gli uffici di tutta la città, dopo la chiusura.
Sembravano meno inquieti di noialtri, gente del giorno.
Forse perché erano arrivati, loro, al gradino più basso delle persone e delle cose.
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I dolori del giovane Werther

I dolori del giovane Werther
Tradotto da Angelo G. Sabatini e Anna Maria Pozzan
Newton Compton editori 2013
Era un'aurora meravigliosa. Intorno a noi, campi rinfrescati e il bosco sgocciolante di pioggia. Le nostre compagne si erano assopite. Lei mi chiese se volevo fare altrettanto, senza complimenti per lei. "Finché vedrò questi occhi", le dissi fissandola, "non ci sarà pericolo di addormentarmi". Siamo rimasti svegli entrambi, sino alla porta di casa sua [...]. La lasciai con la preghiera di poterla vedere il giorno stesso; lei acconsentì, e andai; da allora il sole, la luna e le stelle possono continuare tranquillamente il loro corso, io non so se sia giorno o notte, e tutto il mondo svanisce intorno a me.
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Un piccolo sogno

Rachel si appoggiò contro la sua spalla e accettò la realtà: si era innamorata di lui. Avrebbe voluto negarlo, ma non sarebbe servito a niente.
Ciò che provava era molto diverso dall'amore che aveva nutrito per Dwaybe. Quella era stata un'insana combinazione tra la venerazione per un mito e il bisogno di una figura paterna. Questo era un amore maturo, in cui lei aveva gli occhi decisamente ben aperti.
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Commenti
Emma, appena puoi collegati su fb. Un messaggio privato per te.
Lun, 23/09/2013 - 17:45- accedi o registrati per inviare commenti
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Grazie alla leggereditore per il libro incentivo.
Lun, 23/09/2013 - 14:01- accedi o registrati per inviare commenti
Rivoluzione

Così tornai alla classe lavoratrice nella quale ero nato e alla quale appartenevo. Non mi interessava più risalire. L’edificio della società che incombeva sul mio capo non conteneva più alcuna premessa di gioia. Sono le fondamenta dell’edificio che mi interessano. Poiché lì sono contento di lavorare, picozza alla mano, a fianco di intellettuali, idealisti e lavoratori con una coscienza di classe, per riuscire ogni tanto a far traballare tutto l’edificio. Un giorno quando avremo più braccia e picozze, lo capovolgeremo e insieme ci libereremo di tutti quei morti insepolti, della vita marcia, del mostruoso egoismo e dell’ottuso materialismo. Dopodiché ripuliremo gli scantinati di questa società e ne costruiremo una nuova, migliore, dove non ci saranno salotti e le stanze avranno grandi finestre luminose e si respirerà l’aria limpida, nobile e onesta.
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La Stella di Giada

Per troppo tempo aveva osservato l’oceano da Fort Law, immaginando un giorno di solcarlo per lasciarsi tutto il dolore alle spalle, per navigare verso nuove esperienze, e ogni volta le si chiudeva il cuore, al pensiero che lei sarebbe sempre rimasta prigioniera, una donna sola a cui non era permesso di fare le proprie scelte, senza pagarle a caro prezzo. Ogni mattina osservava il mare e ogni volta lui sembrava prendersi gioco di lei, ricordandole quanto lui fosse immenso e lei troppo piccola e insignificante. Ora, però, lei era in cima all’albero
maestro di una nave che solcava quell’oceano fiera e libera, che si abbassava e si alzava al ritmo delle onde, con le vele spiegate
gonfiate dal vento. Un vento che sapeva di libertà…
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Viaggio in Sardegna

Per i sardi la pietra è il principale luogo simbolico della memoria, dato che sono principalmente in pietra i segni più evidenti di una storia antichissima che non ne ha lasciati visibili molti altri.
Questa elezione della pietra a portatrice di memoria è tanto radicata che in Campidano per favorire il ricordo di qualcosa di importante si usava mettere un piccolo sasso in una tasca - sa pedra de s'arregodu, la pietra della memoria - allo stesso modo in cui altrove ci si faceva un nodo al fazzoletto.
Che sia basalto,granito, arenaria, trachite o tufo, l'associazione mentale tra la Sardegna e la pietra è seconda solo a quella tra la Sardegna e il mare, e comincia quando ancora non si è posato il piede sull'isola.
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Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia

Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia
A. MONDADORI
Noi adesso siamo assonnati e stanchi e in questa stanchezza possiamo solo prenderci cura di chi ci capisce e di chi capiamo. Non è tempo di stare con tutti, non è tempo di fare ogni cosa. Possiamo fare solo poche cose, dobbiamo lasciare un po’ di vuoto nelle nostre giornate. (…) dobbiamo andare avanti con le persone che ci sono care,producendo ammirazione e riguardo più che rancore e lamenti. Il futuro non arriverà da fuori, ma sbucherà dalle nostre vene. Vivremo finalmente in un posto muto e piano piano tornerà il bisogno di parlare, ma sarà una lingua nuova, inaudita.
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Poesie scelte

WEN AUS DER FERNE (Se da lontano)
Se da lontano,ché siamo separati,
mi riconosci ancora, e il passato,
per te che avesti parte ai miei dolori,
ti significa ancora qualche bene,
allora dimmi, come ti aspetta l'amica ?
In quel giardino in cui ci incontravamo
dopo tempi spaventosi e bui ?
Qui, ai fiumi del sacro mondo primigenio.
Devo dire che un pò di buono c'era
nel tuo sguardo, quando da lontano tu
ti sei voltato, felice per una volta,
uomo sempre chiuso, di scuro
aspetto. Come scorsero le ore, come era quieta la mia anima sulla verità, che
sarei rimasta così, dimezzata.
Sì, lo confessai, ero tua.
Davvero, come tu vuoi portarmi alla memoria
tutto ciò che è noto, scriverlo in lettere,
anche a me accade
di dire tutto del passato.
Era primavera ? Era estate ? L'usignolo
col suo canto dolce viveva tra gli uccelli,
che non lontani stavano in cespugli
e gli alberi ci attorniavano odorosi.
.....
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Emma, puoi rispondermi al messaggio che ti ho mandato su fb?
Mar, 24/09/2013 - 18:20- accedi o registrati per inviare commenti
De profundis

...Non aver paura del passato. Se qualcuno ti dirà che esso è irrevocabile, non credergli. Passato, presente e futuro non sono che un attimo della visione di Dio,al cui cospetto dovremmo cercare di vivere. Tempo e spazio, successione ed estensione, sono soltanto condizioni accidentali del Pensiero: l'immaginazione può trascenderle e portarle in una libera sfera di esistenze ideali. Anche le cose sono, nella loro essenza, ciò che vogliamo che esse siano.
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Commenti
Si molto, ho pianto alla fine
Gio, 17/10/2013 - 12:48ironico ma profondamente triste : ascoltava i miei silenzi senza chiedermi mai a cosa stessi pensando," forte" !
Gio, 17/10/2013 - 09:30Bellissimo
Gio, 17/10/2013 - 00:17